L'Avventura della Piccola Formica

Un giorno di sole nel giardino, Andy la piccola formica stava guardando la grande collina che si ergeva di fronte a lui. “Se solo potessi raggiungere la cima!” disse, con un sospiro, “Ma tutti dicono: ‘Non si può fare!’ So che hanno ragione, ma ancora, se solo potessi raggiungere la cima!”

Così pensò e pensò finché un piano gli venne in mente. “Chiederò al mio amico, Billy il Coleottero, di aiutarmi! È così forte, può tirarmi su per la collina.” Così supplicò e supplicò, finché alla fine Billy disse che lo avrebbe fatto.

Billy prese un lungo stelo d’erba verde e con un’estremità lo legò al suo collo e l’altra al corpo di Andy, e via salì Billy verso la cima della collina, tirando Andy dietro di lui. Su e su andarono, finché non furono quasi in cima.

Poi Andy chiamò, “Dove sei ora?”

“Metà strada,” rispose Billy.

Dopo un po’ Andy chiamò di nuovo, “A che punto sei ora?”

“Settantesima parte della strada,” rispose Billy.

Poi poco dopo, “Dove sei ora?”

“Sto cercando un posto dove legare questo filo!” disse Billy.

“Non dirlo!” gridò Andy. “Perché, questo dimostra che siamo in cima alla collina. Vieni a vedere il panorama!”

Così Billy sciolse il filo e lo buttò giù per la collina, e i due salirono e guardarono tutto intorno a loro.

“È proprio un bel panorama!” disse Billy.

“Sì,” disse Andy la Formica. “E vedi come queste persone che dicevano che non potevo arrivare qui si sbagliavano.”

“Sì,” disse una voce dietro di loro, e guardandosi intorno Andy e Billy videro Polly l’Ape Nera che stava lì. “Sì, si sbagliavano; ma non dovete dimenticare che c’è una buona discesa e una salita molto difficile. Io stessa non posso strisciare su una roccia coperta di ghiaccio.”

“Ma io scenderò nello stesso modo in cui sono salito,” disse Andy.

“Sì,” disse Billy, “Andy sta per legare questo filo verde al suo corpo, e io scenderò dritto.”

Ora la curiosità di Polly era stata stuzzicata nel vedere che cosa sarebbe successo. Così volò rapidamente davanti ad Andy e Billy e si sistemò in un posto comodo per osservare lo spettacolo.

Così i due amici iniziarono a scendere, e tutto andava allegro come una campana di matrimonio finché la testa di Billy divenne così molto più pesante del corpo di Andy che l’inclinazione della collina ribaltò Billy sulla schiena e non poté rimettersi in equilibrio.

“Che diavolo sta succedendo?” gridò Andy.

“Non riesco a rimettermi in piedi. Sono troppo pesante. Va’ senza di me,” rispose Billy.

“Scemenze!” gridò Andy. “Sei stato abbastanza gentile da tirarmi su qui, e non ti lascerò nel ghiaccio coperto di rocce. Polly l’Ape Nera, mi aiuterai?”

“E cosa pensi che io possa fare per aiutarti! Non posso proprio aiutare me stessa,” disse Polly. “Sono solo venuta a vedere cosa sarebbe successo.”

“Vai a chiedere ad alcuni dei tuoi amici,” disse Andy.

Così Polly partì per cercare aiuto. Nel frattempo si rivolse ad Andy e disse, “Ma le persone che dicevano che non potevi venire non si accontentavano di vedere che tu fossi contento di essere venuto, invece di cercare di precipitarti giù dalla collina e rovesciare anche il tuo amico?”

“Non si sono accontentate,” disse Andy, “e ti assicuro che sono sceso come sono salito.”

Quando Polly l’Ape Nera ebbe raccolto circa otto o dieci dei suoi amici, tornò sulla collina con loro. Quando furono vicini dissero: “Che cos’è questo?” e “Che cos’è quello?”

Billy il Coleottero spiegò qual era il problema, e tutti presero le sue gambe e lo sollevarono riportandolo in piedi, e dopo sistemarono l’equilibrio tra i corpi di Andy e Billy e ripresero a scendere dalla collina.

Polly suggerì ad Andy di portare il filo per mostrare la strada che aveva seguito e con il suo aiuto tornò a casa quella notte sano e salvo.

E sulla strada per tornare a casa incontrò suo fratello, e gli disse: “Quanto sembravano grandi e saggi gli uomini prima che cominciassi a vedere il mondo. Ma ora ho questo da dire loro, che in questo mondo non c’è materia o spazio che non esista per essere attraversata.”

E allo stesso modo troviamo che la mente continua ad aumentare in sublimità; e a distanza nei cieli percepiamo un altro Uomo – Dio sia lodato! – lì anche.

Non si potrebbe dire altro su “I TreadAeronauti.”

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