Quando l’alba sorse nel Castello Reale, la Principessa Lilia si svegliò con un senso di inquietudine. I soliti canti degli uccelli erano assenti, sostituiti da un sinistro silenzio che avvolgeva le sue stanze. Si vestì rapidamente e si diresse verso la finestra, dove al di là delle mura del castello si stendeva una crescente oscurità.
Improvvisamente, ci fu un forte colpo alla sua porta. Era suo padre, re Edoardo, e la sua espressione era grave. “Vieni, mia cara. Dobbiamo discutere di questioni urgenti subito.”
Nella grande sala, il re aveva radunato i suoi più stretti consiglieri. “Una strega malvagia è giunta nella nostra terra,” esclamò il re. “Esige che le concediamo il dominio sul nostro regno. Se rifiuteremo, dice che scaglierà una terribile piaga sul nostro popolo.”
Un sospiro di orrore riecheggiò attraverso la sala. La Principessa Lilia sentì il suo cuore accelerare – come poteva un unico essere malvagio minacciarli così completamente? Ma nel profondo di lei si sollevò una fiamma di coraggio. Raddrizzandosi, parlò: “Padre, non possiamo semplicemente piegarci alle sue richieste! Dobbiamo resistere!”
I consiglieri mormorarono tra loro, ma il re scosse la testa. “Lilia, non capisci. Il potere che questa strega possiede è diverso da qualsiasi cosa abbiamo mai visto. Dobbiamo inginocchiarci per il bene del nostro popolo.”
Ma la Principessa Lilia era risoluta. “Non lascerò che il mio popolo soffra se posso evitarlo! Dobbiamo inviarle una risposta adeguata, promettendo di considerare le sue condizioni. Poi, cercherò questa strega e la affronterò direttamente!”
Nonostante gli sforzi del re per dissuaderla, Lilia si assunse l’onere di scrivere la risposta. Quel pomeriggio stesso, galoppò fuori dal castello verso la Foresta Oscura dove la strega attendeva.
Dopo diverse ore, arrivò in un’area aperta fitta di nebbia. Nel suo centro si ergeva un antico altare di pietra su cui bruciava una fiamma nera. Accanto all’altare stava la strega, scintillante come un miraggio. “Sei venuta,” disse, la sua voce un sussurro sibilante. “Sei pronta a cedere?”
La Principessa Lilia fece un profondo respiro. “Sono venuta per parlare con te, ma non cederò.”
La strega rise, i suoi occhi come braci rosse. “Allora soffrirai le conseguenze!”
Attivando un incantesimo, l’aria si fece densa, e le ombre iniziarono a strisciare verso Lilia, minacciando di inghiottirla completamente. Ma la principessa, pronta di mente, si chinò e afferrò una torcia alla base dell’altare, alzandola in alto. “La tua oscurità non ha potere quando porto la mia luce!” urlò, volendosi mantenere salda.
La strega arretrò e in quel momento, scivolò su un serpente a terra, rovinando indietro nell’ombra da cui era venuta. La principessa assicurò la sua fiamma e corse di nuovo verso il castello. I suoi sudditi si inchinarono profondamente al suo ingresso, e una mano si tese verso quella di suo padre, che la guardava con stupore.
“Hai dimostrato oggi che nessun male è troppo grande per chi porta la luce nel cuore,” dichiarò.
La Principessa Lilia sorrise; aveva combattuto una grande battaglia non solo per il suo popolo, ma dentro se stessa, imparando che il vero coraggio risiede nel resistere contro le maree della disperazione.