Nel profondo di una terra ghiacciata dove i pinguini camminavano tutto il giorno, viveva un piccolo pinguino di nome Pip. L’inverno era il periodo dell’anno preferito da Pip perché amava la neve e le piaceva fare palle di neve e scivolare sul ghiaccio.
Un giorno, Pip stava scivolando lungo la superficie vicino a casa sua e alzò lo sguardo. Una grande luna gialla sorrideva giù verso di lei. “Devo mettere qualcosa di carino sulla mia finestra per renderla allegra,” pensò Pip, e decise di fare un budino da mandare alla luna.
Così andò da una vecchia pinguina che conosceva tutti i tipi di ricette. E questa è stata la risposta della vecchia signora:
“Vai a raccogliere
Piccole fiocchi di neve e bacche rosse,
Prendi alcune di queste noci marroni e mele,
E un’arancia da oltre mare.
Quando avrai mescolato il tutto,
Invece di un budino, sarà una torta.
Guarniscila bene con gioielli di ghiaccio,
E posala sulla tua finestra.”
“Cosa devo mettere nella torta quando è mescolata?” chiese Pip, perché non aveva mai fatto una torta o un budino prima.
“Prendi un pizzico di gioia, un po’ di tristezza, poi dolcifica con buone azioni, e la renderai deliziosa,” disse la vecchia signora.
Così Pip si mise al lavoro. Presto aveva farina ovunque sulle pinne, e il suo becco era coperto di gelatina e crema appiccicosa. Alla fine, tutto era pronto, ma il sole era andato a letto, e la povera Pip non aveva nessun raggio di luna per aiutarla a portare la pesante torta sulla finestra.
“Cosa devo fare? Cosa devo fare?” pianse Pip, iniziando a piangere. Proprio in quel momento sentì qualcuno piangere anche, e alzando gli occhi vide il suo amico Billie la Cincia su un ramo di un albero.
“Piccolo Billie, cosa ti succede?” chiese Pip con una voce gentile.
“Ho freddo e non ho nulla da mangiare,” disse Billie.
Subito Pip pensò alla sua torta, ma poi disse: “No, no, è per la luna.” Ma Billie continuava a fremere, poiché il suo piccolo rifugio era tutto ghiacciato dal freddo intenso attorno.
“Puoi avere parte della mia torta,” disse Pip alla fine; e aprendo la porta della sua calda casa, scivolò dentro. Billie si infilò dopo di lei, e Pip si mise al lavoro. Staccò la crosta superiore della torta e la sparse per terra della sua piccola stanza.
Presto tutto il pavimento era bianco con cose buonissime. Prima che Billie avesse potuto assaggiarle tutte, Pip sentì un pinguino papà cantare fuori:
“Vieni, piccolo Bill Cincia,” cantò.
Poi seguì un pinguino che era un famoso cacciatore e pescatore.
“Buon giorno, giovani,” disse il cacciatore, mentre Pip apriva la porta, e senza aspettare un invito, si infilò dentro.
Con un allegro squittio, la piccola Pip volò rapidamente verso il suo armadio per prendere qualcosa da mangiare anche per lo sconosciuto. Facendo ciò, stava quasi per calpestare la testa di un topo che viveva nei cassetti. Lui sollevò il suo faccino assonnato e Pip lo baciò affettuosamente.
“Vieni a prendere un pezzo della mia torta,” disse.
Ma lasciò solo un minuscolo pezzo per sé, e guardò i suoi tesori svanire come cumuli di neve in estate. Quando la luna guardò oltre il suo davanzale, non c’era torta per lei da mangiare.
Ma non le importava. Trovò molto da gradire negli occhi e nei cuori di tutti i piccoli che vedeva brillare in mille posti caldi e freddi, e qualche lucido chiarore lo nascose sotto la sua grande pala.
Così, da quel giorno in poi, ogni volta che la luna vola sopra terre e mari, ogni volta che il più piccolo capriccio, il più piccolo dispiacere, fa trattenere il respiro ai volti gentili dei piccoli pinguini, da quel momento in poi lei dona qualcosa di buono da mangiare dal suo alto posto, e dice con gusto, “Grazie, Cugino Pip.”
Quindi vedi, è valsa la pena per un piccolo pinguino rinunciare a un’intera grande torta per il povero Bill che tremava, non è vero?