C’era una volta, nel profondo di una foresta accogliente, un piccolo gufo di nome Oliver. Amava la notte, volando sotto le stelle scintillanti e crocchiettando dolcemente. Ma una notte particolarmente silenziosa, qualcosa non andava. I suoi amici della foresta, dal topo più esile al cervo più scuro, non si vedevano da nessuna parte.
“Vorrei che qualcuno venisse a giocare,” sospirò Oliver, sistemandosi le piume. La luna brillava silenziosamente, tenendogli compagnia, ma non poteva sostituire un vero amico. Improvvisamente, un’idea gli balenò in mente, leggera come una nuvola cumulo. “Mi avvolgerò nella mia coperta magica,” esclamò allegramente, volando verso il suo tronco d’albero, estraendo una meravigliosamente calda e spessa coperta blu da dentro. Brillava intensamente, anche sotto la luce della luna.
La stese sul terreno e si posò su un’estremità, lasciando che i morbidi strati coprissero il suo corpo mentre oscillava da un lato all’altro, finché l’intera coperta non iniziò a danzare dolcemente. Era davvero magica! Presto, piccole scintille di luce stellare iniziarono a sbirciare, danzando attorno alla coperta blu. Si unirono per formare una potente sfera di luce che volò alta nel cielo. Mentre fluttuava, si trasformò nella musica più rilassante che la notte avesse mai udito.
Il suono si propagò nella foresta, sciogliendosi in ogni angolo e fessura del luogo. E presto, uno dopo l’altro, gli amici di Oliver iniziarono a comparire. “Buona sera, Oliver!” dissero. Con un sorriso, Oliver sbirciò da sotto la coperta.
“È divertente come la musica magica chiami tutti voi, quando avreste potuto semplicemente volare qui per incontrarmi,” scherzò.
“Assurdità! Ci siamo nascosti, assicurandoci che fossi in buona compagnia,” disse un coniglio, alzando le orecchie e muovendo il naso.
Tutti si sistemarono sulla coperta magica, condividendo notizie e un bel pasto a base di funghi e bacche che un amico aveva portato. Insieme guardavano la notte scorrere, anche se non sembrava affatto che stesse andando da nessuna parte!
Alla fine, uno dopo l’altro, si accoccolarono per dormire, sapendo di essere tutti lì l’uno per l’altro, consapevoli che la coperta avrebbe assicurato che quella sarebbe stata una lunga e felice notte.