C’era una volta, al confine di un piccolo paese ordinario, una ragazza di nome Luna. Ogni notte, quando il mondo dormiva tranquillamente, Luna si avventurava nel suo giardino illuminato dalla luna, sdraiandosi sull’erba baciata dalla rugiada, gli occhi che danzavano con le stelle scintillanti sopra di lei. Divenne un rituale prezioso, guardare i cieli e sussurrar loro un desiderio così segreto, così profondo che nessuno, nemmeno la stella più vicina, ne era mai venuto a conoscenza.
Con il passare degli anni, un sogno non smise mai di visitarla: desiderava catturare una stella e tenerla vicina, per custodirla, sperando di sbloccare la sua magia celestiale per realizzare il desiderio più profondo del suo cuore.
“Se solo potessi arrivare nel Paese dei Sogni, dove i sogni nascono!” sospirava Luna, con nostalgia. La sua immaginazione dipingeva paesaggi vividi nel Paese dei Sogni, pieni di nuvole bianche e soffici, montagne fatte di zucchero filato e fiumi che scorrevano con le melodie più dolci.
Ma ahimè, ogni mattina si risvegliava aggrappata ai pensieri di stelle e sogni e si rideva, “Che ragazza ridicola che sono, perennemente a sognare l’impossibile.”
Poi arrivò la notte dorata del solstizio. L’aria brillava come una scatola di gioielli riposta via, rivelando i suoi tesori. Come sempre, Luna si lasciò affondare nel suo giardino, lasciando che i freschi fili d’erba abbracciassero i suoi piedi nudi e solleticassero il suo mento, persa nei luccichii sopra di lei.
Improvvisamente, il cielo serale emise un sospiro ondulante. Un silenzio avvolse la notte frenetica. Il mondo si fermò prima di lanciarsi in un racconto incantevole: un mondo oltre qualsiasi sogno potesse immaginare. E in quel preciso momento, gli occhi di Luna si chiusero dolcemente e il suo cuore, infuocato dal desiderio, aprì ogni porta terrena per fluttuare e librarsi in alto sopra le stelle, senza invito.
E così fu trasportata nel Paese dei Sogni, dove gli alberi di zucchero filato sussurravano storie e il sole si abbassava solo per scrutare la sua figura dormiente. La celebrazione dei sogni nell’aria era palpabile! Torrenti ondeggianti le parlavano e i tors incantati si voltavano ad ascoltare mentre lasciavano che i complimenti tessessero le loro sete più preziose nel cielo notturno dolcemente illuminato.
“Le stelle sono conservate qui, non lo hai sentito?” Una voce liscia come la luce delle stelle interruppe la sua meditazione, ed emerse una creatura così intricata di cose luccicanti che Luna fece un passo indietro, con un po’ di paura di coccolare questo essenza magica e svelta. Con una corona di stelle scintillanti sulla testa e un tappeto di pelliccia d’orso sotto il mento, la accolse calorosamente, alzando una zampa.
“Siamo tutti sognatori qui. Mi chiamo Custode dei Sogni, custode di desideri e sogni.”
“Che stoffa splendida è la tua mano!” esclamò Luna, ora avvicinandosi. “Dove hai trovato il tuo mantello?”
“Dai sogni dei sognatori,” rise il Custode dei Sogni, mostrando la sua zampa pesante con ogni sorta di compiacimento.
“Sono venuta a catturare una stella,” ansimò Luna, immersa nei suoi pensieri di finalmente trascendere nel Paese dei Sogni.
“Perché mai dovresti voler fare una cosa del genere, bambina?”
“È il mio segreto. Se realizzato, mi renderebbe la ragazza più felice della terra!”
“Queste stelle che vedi sono stelle della luce! Non puoi legarle in alcuna parte del tuo corpo più di quanto tu possa imprigionare i sogni che portano nel tuo sonno!”
“Ma tu potresti… Devi aiutarmi!”
“Devi sognare il tuo desiderio! Traccia un filo d’oro attorno a esso in modo che possa realizzarsi. Poi, lascia che i tuoi sogni lavorino liberamente nella notte riposata e il tuo desiderio potrebbe avverarsi. Solo credi e spera che questo possa accadere!”
Con le mani alzate, Luna esclamò con gioia: “Grazie, gentile Custode dei Sogni!”
“Segui i tuoi passi! Torna alla morbida carne bianca della Terra, dove gli angeli ti chiamano ogni notte,” disse il Custode dei Sogni, ora al suo fianco.
Luna si risvegliò la mattina seguente non toccata dalla bellezza, la sua memoria arricchita da ogni granello di desiderio gioioso. Eppure, sotto la sua guancia soffice giaceva un cerbiatto ceroso, corna nere dalla punta alla coda, con occhi blu arricciati che guardavano con intensa determinazione nei suoi.
“Era impacchettato dagli angeli!” pensò Luna, e ecco! la sua piccola lingua si posò immediatamente sonoramente contro la sua guancia. Non volendo rubare il suo dono durante la notte, Luna balzò in piedi. Il piccolo canarino che ronzava e una foglia cadente vicina al suo cuscino chiamavano la sua attenzione. Quando l’ultima confusione riguardo a questi due eventi lentamente svanì, Luna sussurrò languidamente: “Ah! La mia armatura di sogni! Potrebbe essere che uno o due si siano infilati nei miei capelli mentre dormivo e abbiano fatto un errore sonnolento di nascita?”
Poi il ricordo del suo desiderio le sussurrò delicatamente alla mente, “Dov’è la mia stella?” mormorò frettolosamente, coprendo il suo viso sognante con mani tremanti.
Poi ricordò: Non servono desideri per realizzare un sogno! E così, giovane sognatore, lascia che questa storia ti ricordi che a volte nella vita, perseguire i propri sogni con determinazione ha la magia di trasformarli in realtà.