La Foresta Magica di Lily

In un piccolo villaggio, viveva una ragazza di nome Lily. Ogni giorno, subito dopo colazione, correva in un prato vicino pieno di bellissimi fiori gialli. Le piaceva vedere come più tardi il sole sembrava un grande fiore giallo nel cielo, splendente su tutti i piccoli fiori intorno a lei.

Un giorno, una dolce brezza soffiò tra i fiori, e notarono qualcosa di diverso. Il sole si stava nascondendo dietro a molte nuvole scure. Faceva sempre più freddo finché una grande tempesta sembrò scuotere anche i fiori più forti.

“Uffah! Sono contenta di non essere in quella foresta selvaggia!” disse la Piccola Margherita, scuotendo la testa con disapprovazione.

Ma dove era Lily? Si era dimenticata del tempo mentre giocava ed esplorava una parte del prato che non aveva mai visto prima. Ora, non sapeva come tornare indietro!

“Cosa devo fare? Cosa devo fare?” pianse, guardandosi intorno disperatamente. Era molto sola e non aveva mai provato tanta paura nella sua vita.

Proprio allora sentì una voce dire: “Qual è il problema?”

“Ci sono così tante cose di cui ho paura che non riuscirei a dirti in un anno. Ma se potessi solo mostrarmi una strada per tornare a casa. Vedo che hai un bel ombrello per tenermi asciutta.”

“Bah!” disse una strana creatura che sembrava una palla ricoperta di peli, che era stata soffiata via dai tetti dalla tempesta. “Basta togliere le scarpe e darmiele, e io ti guiderò. Ci terremo asciutti e caldi sotto il mio ombrello.”

Lily non ebbe altra scelta che obbedire, perché era così spaventata che aveva paura di dire di no. La piccola cosa allungò le sue braccia per prendere le sue scarpe, anche se erano piuttosto pesanti.

Poi sollevò il suo grande ombrello soffice e partì, conducendo Lily in sicurezza attraverso i campi fino alla fine del villaggio.

“Non lasciar andare il mio ombrello,” disse, “o non saprò quale strada prendere.”

Così lo tenne stretto, pensando che forse lo avrebbe conservato come un ricordo. La piccola creatura saltava da un posto all’altro, girando e rigirando il più veloce possibile, con le nuvole scure dietro che gettavano via tutta la luce dal cielo.

Si fermarono infine sulla soglia della cottage più vicina, e la piccola creatura disse: “Ora puoi lasciar andare il mio ombrello. Sei a casa.” Con quello emise un grande sospiro, e, plop! cadde a terra in posizione piatta.

Lily guardò in basso. Invece dell’ombrello, c’era un uomo piccolo tutto bagnato dalla pioggia.

“Io sono la Buona Fata della Foresta, e ti do questo per ricordarmi,” disse, porgendole un grande smeraldo. In un istante scomparve, e la tempesta cessò.

Sveglia la mattina dopo, Lily corse fuori nel prato per cercare la Buona Fata, ma non riuscì mai più a trovarlo, e nessuno nel villaggio lo aveva mai incontrato. Ma ogni volta che pioveva, i piccoli fiori erano certi che lui li stesse visitando, perché per tutta la notte le loro teste erano vicine, sussurrandosi l’un l’altro con gioia. Poi, quando i piccoli esseri si ritiravano nei loro nidi per dormire, la buona fata danzava da fiore a fiore, proprio attraverso la faccia della luna, dove sicuramente lo si vedeva di tanto in tanto, specialmente nelle notti buie.

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