Mentre il sole scompariva sotto l’orizzonte e la luna cominciava a risvegliarsi, una luce tremolante danzava tra gli alberi della foresta magica, rivelando ombre tra la vegetazione lussureggiante. Questa incantevole foresta era la casa di Lila, la giovane fata, le cui risate risuonavano come dolci campanelli nel suo regno vibrante. Era la custode di questo luogo magico, benedetta con la capacità di nutrire ogni fiore, calmare ogni creatura e tenere a bada le tenebre.
Ma quella sera, mentre Lila svolazzava da un lucciola all’altra, notò qualcosa di strano. I fiori si piegavano come se si inchinassero a una forza invisibile, e i solitamente gioiosi canti degli uccelli si erano ridotti a morbide e luttuose effusioni. Sentì un brivido attraversare l’aria, un presagio di terribili eventi imminenti. Seduta su un fungo, chiuse gli occhi e permettette al suo cuore di ascoltare.
Improvvisamente, un’immagine lampeggiò nella sua mente: l’oscura strega, Morwen, che era stata un tempo bandita dalla foresta. L’odio ardeva nel suo cuore, e desiderava vendetta su tutte le creature magiche che avevano ostacolato i suoi nefasti piani. I respiri di Lila si fecero rapidi mentre comprendeva il grave pericolo che ora minacciava la sua foresta.
“Perdonatemi,” sussurrò alle creature che la circondavano. “Non ho prestato attenzione agli avvertimenti. Devo convocare il consiglio prima che sia troppo tardi.”
Il regno di Lila era composto da saggi gufi, scoiattoli giocosi, formiche diligenti e molte altre creature che le avevano promesso la loro lealtà. Sfrecciò da un albero all’altro, chiamando i suoi amici all’assemblea. L’anticipazione cresceva più densa della nebbia della foresta mentre creature di ogni dimensione e forma riempivano il boschetto. Gli animali del consiglio ascoltarono attentamente mentre Lila condivideva la sua visione del ritorno di Morwen.
“I miei piccoli saranno al sicuro?” ululò l’anziana Grethel il gufo, la tensione che serrava la sua voce.
“Verranno scacciati,” spiegò Lila. “Solo unendo la nostra forza possiamo superare le malefatte di Morwen.”
Quella notte formularono un piano. Dall’alba al tramonto, lavorarono instancabilmente: i conigli scavarono fossati profondi, gli uccelli intrecciarono reti resistenti, e le formiche portarono cibo per i lavoratori. Quando l’ultimo raggio di luce svanì dal cielo, un’imponente barriera circondò il boschetto di Lila, nascondendo la sua casa dall’invasore.
Il giorno seguente, senza preavviso, le nuvole scure si avvolsero sopra di loro mentre Morwen apparve nel cielo, trascinando ombre nella sua scia. Rideva forte, scatenando un freddo gelido nel cuore degli animali sottostanti.
“Fatevi da parte, piccoli insetti! Riconquisterò la magia che mi avete rubato!” Le sue parole crude riaprirono vecchie ferite che legavano il regno.
Il cuore di Lila batteva forte; questo era il momento che temeva. Prendendo un respiro profondo per stabilizzarsi, supplicò: “Morwen, questa foresta è sempre stata un luogo di vita e gioia. Puoi venire e andare a tuo piacimento se ciò ti porta pace. Ma le tenebre non possono esistere accanto alla luce della gentilezza. Ti prego, scendi e parlami!”
Con gli occhi che si stringevano in disgusto, Morwen atterrò pesantemente. “Cosa potrebbe offrirti una come te che tutta la mia potenza non possiede?”
“Gentilezza,” rispose Lila, avanzando coraggiosamente, “perdono e l’amore di molti amici. La magia oscura si nutre di odio, ma la gentilezza la supererà. Questa foresta prospera ancora, anche dopo tutto ciò che hai fatto. Lascia che ti avvolga con le braccia curative del suo abbraccio. Devi solo accettare…”
Mentre le sue parole si disperdevano nell’aria, il calore di un giorno estivo sembrava essere piacevolmente vicino, eppure Morwen incrociò le braccia con sfida, cercando fessure nell’armatura di Lila.
“Vedrai,” ruggì. “L’odio nel mio cuore non morirà mai!”
Ma gli animali cantarono una canzone che risuonò attorno a loro, una canzone che univa ogni desiderio di amore e calore, le loro voci si alzarono verso il firmamento. L’energia pulsava nell’aria, circondando Morwen con luce splendente e compassione. Il suo cuore, così a lungo racchiuso in un ghiacciato dolore, cominciò a sciogliersi; bastò una sola lacrima per innescare una cascata improvvisa e brillante di tristezze, lavando via la macchia del male dal suo cuore.
Era fatto. Le nuvole scure si dispersero e il sole riscaldò nuovamente i rami, mentre gli animali acclamarono la loro salvatrice e la loro canzone si trasformò in una di festosa celebrazione.
E così, col tempo, la foresta si rimise in salute. Morwen venne a far visita spesso, ora temperata e umile, apprendendo da Lila e dalle creature della foresta il valore della gentilezza e dell’amicizia. Sotto l’incanto magico del sole, Lila capì che la luce dell’amore poteva davvero trionfare sulla più profonda oscurità, fiorendo per l’eternità.