Nel luminoso oceano blu, dove il sole del mattino scintillava e danzava sulle onde, viveva un piccolo pesce di nome Freddy il cui unico desiderio era volare. Guardava con invidia il grande uccello che volava in alto sopra di lui e sospirava: “Oh, essere un uccello! Immagina che divertimento sarebbe poter volare in tondo, guardando giù nell’acqua! Ah, vorrei essere un uccello!”
Freddy non riusciva a capirlo. Era sicuro che nuotare con quelle belle, grandi, scintillanti ali gli avrebbe dato la stessa gioia che volare dava agli uccelli. Si era divertito sulla superficie dell’acqua finché non c’era diventato veramente piena di pesci e l’angolo delle sue pinne era molto diverso. Ogni giorno sembrava aumentare il suo desiderio. Si svegliava molto presto, aspettando e osservando il suo amico l’uccello cigno passare. Ma ogni volta si sentiva più deluso.
“Non si può mai dire,” pensava, “ma chi sa cosa potrà succedere domani. Gli spruzzi sulle mie ali sono sufficienti per portarmi in alto nell’aria, e desidero così tanto provarci.” Così giorno dopo giorno aspettava il suo amico l’uccello cigno, ma quando lei passava sopra di lui, passava un sacco di tempo tra un battito d’ala e l’altro.
“Fai in fretta,” pensava. “Forse dopo un po’ anche io potrei imparare a volare.” Ma Freddy dimenticava che le sue ali erano molto diverse dalle sue, e che lei doveva muoversi altrettanto velocemente per rimanere in aria, mentre la sua piccola coda poteva muoversi solo attraverso l’acqua. Finalmente, il Signore delle Paludi passò a vela. Freddy chiamò, mentre lei passava sopra di lui: “Oh uccello cigno! Voglio così tanto essere un uccello e volare!”
“Ma tu sei un pesce,” rispose l’uccello cigno.
“Oh no! Oh no! Infatti sono un uccello,” disse Freddy, saltando quasi fuori dall’acqua.
“Sei un pesce, te lo assicuro,” disse l’uccello cigno, che aveva appena notato gli spruzzi sul corpo di Freddy.
“Baggianate!” disse Freddy, “Guarda le mie ali; saltarei subito da te; ma credo di essermi fatto male a saltare così spesso.”
In quel momento arrivò un grampus che viveva proprio sopra Freddy. Disse con la sua voce ruvida: “Non ha alcun senso discutere su questo. Alzati quando vuoi e vola fino all’Himalaya quando ti pare; ma ti assicuro che sei solo un pesce.”
I due uccelli cigno risero e se ne andarono. Freddy affondò e si sentì dispiaciuto di aver mai parlato a uno di loro delle sue ali; comunque, credeva davvero di poter volare se solo avesse potuto provare.
Un bel giorno stava in attesa della figura del suo patrigno, quando saltò su il grampus.
“Non hai ali: non lasciarti dire, ragazzo, che sei un uccello. Tutti i tuoi parenti e amici hanno ora delle branchie con cui respirare. Lo so, gridarono mentre stavo per ingoiarne uno proprio adesso. Perché, sono appena riusciti a sfuggire all’essere sottosopra! I tuoi parenti, l’otter, lo hanno detto.”
“Sono un mostro della famiglia che respira aria,” disse Freddy.
“Hai almeno delle branchie per respirare; perché dovresti desiderare di avere delle ali? Guarda semplicemente in alto nel cielo da sotto le onde nel luminoso mare blu.”
“Oh, volare, volare!” sospirò Freddy. “Devo provare!”
Il mattino seguente ci fu una terribile tempesta. Cercò di mantenere la testa sopra l’acqua, ma essa oscillava e si muoveva più veloce di quanto lui potesse nuotare. “Oh caro, caro, se solo il patrigno passasse!” Ma proprio in quel momento suo padre tornò a casa, e ci volle molto tempo prima che potesse rimetterli a galla. “Su terra solida! su terra solida!” disse Freddy. Certo che non aveva ali, ma il suo corpo, o piume d’uccello, erano così lisci e piatti.
Ma tutto fu vano; affondò, si gettò sui ciottoli vicino alla riva, e così trovò difficile riprendere fiato.
“Vola, vola, vola! Lasciami prima cantare una canzone.”
Freddy pensò che fossero i rovi a trattenere le sue ali dal sollevarsi sopra di lui. “Devo provare,” disse; ma non servì a nulla.
“Ho giurato,” disse il grampus, “di ingoiare il primo pesce che incontrassi nell’oceano aperto, e lui salta a riva. Se solo il patrigno cantasse una piccola canzone!”
“Lasciami arrivare a una riva erbosa vicino al fiume!” disse il piccolo rombo, che stava passando, nuotando sopra l’acqua mentre lo faceva. “Potrebbe essere utile, anche se mi sento romboso!”
Era un bel pesce, a dire il vero, ma le sue piume familiari non erano così lisce e piatte come quelle di Freddy; eppure non affondavano di meno, cosa che sapeva bene.
Così Freddy morì; ma era perfettamente sicuro di essere stato un uccello!
Ci sono molti che sono sicuri di essere capre, cavalli o pastori. Ma è un mostro familiare; e questo è lo stesso tipo di persona!