Felix e la Foresta dei Sogni

Quando il sole cominciò a tramontare e le stelle iniziarono a sbirciarmi, sentii la necessità di entrare nella Foresta dei Sogni. Ogni giorno mi sedevo sulla mia roccia preferita, guardando verso la linea degli alberi e pensando a quanto sarebbe bello saltare, balzare e scorrazzare per la foresta.

Vedi, anche se sono Felix la Volpe, non sono come le altre giovani volpi, che osano mettere la testa fuori della tana molto prima che il crepuscolo si sia posato su di noi. No! Mi piace essere comodo e caldo nella mia tana con il resto della mia famiglia, che racconta storie di tutte le avventure avute correndo tra gli alberi o correndo il più veloce possibile alla luce della luna.

Bene, quando fu crepuscolo—il momento migliore per camminare da solo—improvvisamente dissi:

“Oh! quanto darei per poter esplorare lontano nella Foresta dei Sogni!”

Prima che avessi il tempo di pensare, un luogo che non avevo mai visto prima si aprì inaspettatamente davanti a me, semi-nascosto dietro una quercia espansiva. Mentre passavo, guardai intorno, ma ero in un bel piccola ombra così piacevole che sembrava un peccato andare oltre, specialmente poiché la mia testa era leggiadramente incoronata da bellissime felci.

Tuttavia, proprio quando stavo cominciando a pensare di tornare indietro, sentii un lieve fruscio in lontananza sopra di me, e c’era un vecchio gufo che mi guardava. Mi promisi che da quel momento in poi sarei rimasto vicino a mia madre e a mia zia nella tana; ma fui felice di aver avuto l’occasione di vedere un albero così bello coperto di strane piante appese.

“Mio caro bambino,” disse il saggio gufo, “cosa desideri?”

“Oh! cosa darei,” urlai, “per essere un coraggioso esploratore, come mia zia e mio zio!”

“Lo sarai, mio bambino,” rispose dolcemente il gufo.

E infatti, non appena ebbe parlato, mi sentii all’improvviso più grande, più coraggioso e molto più grande di quanto avessi mai sognato di essere. Poi, la luna si alzò, rivelando tutta la bellezza della Foresta dei Sogni e irrorandola di luminoso argento.

Ma vorrei che tu immaginassi la mia sorpresa quando scoprii che invece di essere me stesso, avevo finito per diventare un’altra giovane volpe, che stava già trottando con calma lungo il viale foglioso degli alberi.

“Mi chiedo se questa giovane volpe sia un esploratore?” pensai tra me e me.

“Forse sono Felix la Volpe più di quanto sappia!” E prima che fossi andato lontano nella foresta, la luna esplose fuori da una nuvola, rendendo tutto molto più luminoso e chiaro di prima.

Ahimè! Vidi che ero ancora solo in un piccolo e sconosciuto fazzoletto della grande Foresta dei Sogni, a destra della grande quercia; perché in alto nella cima di un albero ora vedevo un paio di occhi verdi muschio che mi guardavano, e indovina a chi appartenevano? A un coccodrillo, che tremava nel suo elemento. E tutto intorno ai suoi piedi c’erano i pesci più feroci che tu abbia mai visto, che cercavano di farne il loro pranzo, mentre lui stesso poteva solo fissare in alto e sperare che la luce della luna continuasse.

Direttamente di fronte a me c’era la pergola gotica che si vede nei dipinti su re e regine. Infatti, questa pergola non era fatta né di legno né di mattoni, ma era stata creata dall’arte in una piccola fantasiosa inch di pizzo.

Quanto era intelligente e brillante ogni luogo nella Foresta dei Sogni! Continuai a camminare pensando a queste cose, ma ahimè! come dice il proverbio scozzese antico, è male vagare lontano dopo le vanità della vita. Mentre guardavo in giro, sentii le mie zampe sollevarsi lontano da terra. Vedi quanto sono già molto assonnato, dopo aver vagato per gran parte della notte nel Bosco delle Bruche. Se ti racconto cosa è successo in questo luogo stanotte, sarai così gentile da ricordare che ho già cominciato a sentirmi molto assonnato. Bene, ero vicino al mio muso quando improvvisamente calpestai il bracken elastico invece del muschio; almeno così credo.

Ma prima che potessi saltare da parte, il mio saggio vecchio amico il gufo volò giù, che poteva raccontare storie di centinaia e centinaia di anni, ed era davvero contemporaneo con Madre Terra e Padre Cielo. Anche lui era molto preoccupato.

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