C’era una volta in un prato da sogno pieno di fiori colorati e api ronzanti, un giovane orso di nome Bobby. Aveva il pelo soffice, occhi luccicanti e un grande cuore sempre pieno di idee. Bobby amava passare i suoi pomeriggi sdraiato sulla schiena, scarabocchiando immagini tra le nuvole soffici sopra di lui.
Ma oggi era diverso. Oggi, Bobby si sentiva un po’ giù. Mentre sedeva sull’erba, i suoi pastelli sparsi intorno a lui come un arcobaleno, sospirò: “Oh caro! Voglio disegnare qualcosa di davvero magico, ma tutti i miei scarabocchi sembrano così sciocchi.” Le sue enormi zampe da orso tremavano leggermente mentre prendeva un pastello giallo brillante.
Proprio in quel momento, Bella l’ape ronzò sopra di lui. “Cosa c’è che non va, Bobby?” chiese con la sua vocina dolce e piccola.
“Sto cercando di disegnare qualcosa di speciale,” rispose Bobby, con un accenno di tristezza nella voce. “Ma non penso che sarò mai bravo come te!”
Bella rise, le sue piccole ali brillavano al sole. “Non dovresti paragonarti agli altri. Ogni orso ha il proprio modo unico di disegnare. Lascia semplicemente volare la tua immaginazione!”
Bobby sorrise debolmente, ispirato dalla gentilezza di Bella. “Beh, va bene, ma tutto ciò che riesco a disegnare sembrano solo cose sciocche.”
In quel momento, Freddy la rana saltò accanto, portando un piccolo pastello verde tra le sue zampette. “Ho sentito il tuo problema!” gracidò. “Hai bisogno di un po’ di coraggio! Immagina di essere un coraggioso cavaliere pronto ad affrontare un drago. Provalo!”
“Va bene, ci proverò,” disse Bobby, il suo cuore si sentiva un po’ più leggero. Iniziò a disegnare un leone. Ma dopo alcuni istanti, lo cambiò in un grande gattino soffice con un campanello. Sorrise al suo gattino giallo brillante. “Sembra un felice gatto di Natale!” esclamò, ma poi sospirò. “Ma non ha nulla a che fare con essere coraggiosi.”
In quel momento, Lucy la coccinella atterrò sulla zampa di Bobby. “Preoccupati meno del disegno e più del divertimento di crearlo,” suggerì, la sua voce dolce come una brezza estiva.
Con nuova determinazione, Bobby prese un pastello rosso brillante. “Grazie per il tuo consiglio,” disse ai suoi amici, “disegnerò una grande tigre dall’aspetto feroce.”
Così Bobby fece un profondo respiro e disegnò in fretta. La fece grande e rotonda, alta come una montagna, con grandi strisce e una coda che si arricciava come una penna. Mentre firmava il suo nome in basso, si rese conto di averlo disegnato con tutto il cuore, e il signor Tigre sembrava appena un po’ arrabbiato. Si sentì improvvisamente orgoglioso.
Quando finì, Bobby si sdraiò sull’erba accanto al suo scarabocchio. “Ecco la mia tigre, ma sembra avere una smorfia! Cosa ne pensate?” chiese, guardando i suoi amici.
Freddy guardò verso l’alto dalla fontana in cui galleggiava. “È meravigliosa,” sorrise, agitando le sue piccole zampe. “Ma le manca una cosa.”
“E cosa sarebbe?” chiese Bobby.
“I gatti tigri amano l’arancione; che ne dici di un po’ di colore?” suggerì Freddy, girando nell’acqua.
“Perché, hai ragione!” esclamò Bobby. Così prese un pastello arancione nella sua grande zampa, e mentre iniziava a tracciarlo sul disegno, indovina un po’? Un leggero ronzio iniziò, e poi con un forte ruggito, il suo scarabocchio saltò proprio fuori dalla carta e cominciò a danzare nel bosco!
Bobby saltò dritto nella fontana, spruzzando acqua ovunque! “È vivo! Il mio scarabocchio è vivo!” esclamò, felice alla vista.
Ma improvvisamente un forte ringhio uscì dalla bocca del signor Tigre. “Sono vivo! Perché mi hai fatto saltare qui?” ansimò, il suo corpo peloso guardava Bobby con rabbia.
Bobby tremò leggermente. Rimasto seduto nella fontana, guardò il suo scarabocchio. “Io… Mi dispiace tanto,” balbettò. “Volevo solo che ti allungassi un po’ le gambe.”
Il signor Tigre sbatté le palpebre, sorpreso. Non si aspettava una risposta così gentile. “Oh,” mormorò con confusione, e poi cambiò rapidamente la sua espressione in un ampio sorriso. “Sai, questo è un posto piuttosto carino. È solo un po’ troppo bagnato.”
Bobby strisciò fuori dalla fontana e si mise davanti al signor Tigre. “Posso capire perché ti sei arrabbiato,” disse, la sua voce tremante ma ferma. Gli altri animali si avvicinarono a lui, e Bella persino costruì una piccola casa per il signor Tigre, tutta fatta di cera d’api.
Non passò molto tempo che una delle grandi zampe pelose dello scarabocchio spinse Bobby nella fontana, e tutti i sfortunati rospi neri, i piccoli ragazzi e le grandi ragazze vissero felicemente insieme in una famiglia felice, facendo insieme cose sciocche. E sai, Bobby non pensò mai più che i suoi scarabocchi sembrassero sciocchi. Erano davvero sciocchi, ma ognuno aveva una bella storia da raccontare!
Ecco la storia del nostro caro amico Bobby e la lezione che ha imparato: che ogni scarabocchio, per quanto sciocco possa sembrare, porta con sé un senso di immaginazione e magia!